Il libro della pace

Anche in questo libro del De civitate Dei, Agostino mette in pratica un suo tipico modo di procedere, capace di aprire e tenere insieme un arco molto ampio di questioni, unificandole attorno a un tema emergente in cui si riassume l’intera problematica. Il tema della pace, al centro del libro XIX, ha precisamente questa funzione. (Luigi Alici)

Luigi Alici è professore ordinario di Filosofia morale all’Università di Macerata. Affermato studioso dell’opera di S. Agostino, è autore di numerose pubblicazioni dedicate al rapporto tra intersoggettività e vita morale. Tra gli scritti più recenti: La via della speranza. Tracce di futuro possibile (Ave, 2006); Cielo di plastica. L’eclisse dell’infinito nell’epoca delle idolatrie (San Paolo, 2009); Forme del bene condiviso (curatore, il Mulino, 2007); Filosofia morale (ELS La Scuola, 2014); Il fragile e il prezioso. Bioetica in punta di piedi (Morcelliana, 2016).

«In questo luogo di fragilità e in questi tempi d’iniquità non è inutile preoccuparsi di ricercare con desiderio più ardente quella stabilità in cui è la pace più piena e più certa. Là vi saranno i doni di natura, cioè elargiti alla nostra natura dal creatore di tutte le nature: non solo beni, ma anche eterni; non solo nell’anima, guarita grazie alla sapienza, ma anche nel corpo, che sarà rinnovato nella risurrezione. Là vi saranno le virtù, non in lotta contro i vizi e ogni genere di male, ma possedendo come premio per la vittoria quella pace eterna che nessun nemico potrà turbare. Là vi sarà la beatitudine finale, fine stesso della perfezione che non ha fine».