Studiando il comportamento morale dell’uomo, Kant si trova immediatamente di fronte a un “fatto” che, pur non confondendosi con un fatto empirico, si presenta con l’evidente certezza anche alla coscienza più comune: l’“imperativo categorico”. Qui l’indagine filosofica, qualunque siano le difficoltà di esporre e di giustificare i suoi risultati, trova una pietra di paragone sicura a cui commisurarsi. Non si tratta più di costruire ma di riconoscere; non di usare artifici ingegnosi per fondare una conoscenza i cui principi primi, tuttavia, ci sfuggono, bensì di lasciare apparire ciò che ognuno reca in sé, nella propria coscienza. Poiché l’uomo, che fatica a intendere il fondamento del conoscere scientifico e oggettivo, non può non sapere con certezza qual è il principio secondo cui deve agire in ogni circostanza della sua vita. (Vittorio Mathieu)
Vittorio Mathieu (1923-2020) insegnò Filosofia teoretica all’Università di Trieste, poi Filosofia morale in quella di Torino. È stato vicepresidente del Consiglio esecutivo dell’UNESCO e socio nazionale dei Lincei dal 1990. Tra le sue opere principali: La filosofia del Novecento (Le Monnier, 2 voll., 1971, 1978); La speranza nella rivoluzione (Rizzoli, 1972); Dialettica della libertà (Guida, 1974); L’uomo animale ermeneutico (Giappichelli, 2000); Come leggere Plotino (Bompiani, 2004); Perché punire. Il collasso della giustizia penale (Liberilibri, 2008); Introduzione a Leibniz (Laterza, 2008).
- autore
- Immanuel Kant
- editore
- SCHOLE'
- pagine
- 224
- curatore
- Traduzione e commento di Vittorio Mathieu. Postfazione di Massimo Marassi
- prezzo in euro
- 14
- data pubblicazione
- 2023 (XIII edizione)
- collana
- CLASSICI DEL PENSIERO
- EAN
- 9788828405030
- CategoriaEditore
- V
- CodiceStatoDisp
- D