Dio ignoto

In un saggio complesso e affascinante come Dio Ignoto (Agnostos Theos, 1913) divenuto ormai «classico» per gli studi sulla storia stilistica del discorso religioso, a pieno titolo Eduard Norden si pone come figura di spicco al crocevia tra filologia classica e orientalistica, tra storia culturale antica e teologia. Una copiosissima messe di autori ed opere è abbracciata con straordinaria padronanza critica, ed accanto alla minuta sensibilità per i valori fonici e ritmici del discorso si affianca l’interesse per la religione antica e tardoantica, nelle sue valenze cultuali come anche escatologiche e profetiche. Muovendo dalla struttura e dal significato della predica di Paolo, che sull’Areopago annunzia agli Ateniesi la straordinarietà del «Dio ignoto», l’indagine passa a studiare le forme delle preghiere e di altri generi del discorso religioso antico e cristiano. Senza mai scadere nel dogmatismo e nell’apologetica confessionale, il saggio tradisce costantemente un’anima pervasa da forte sentimento per la religiosità in tutte le sue sfumature, ne segue gli sviluppi di alcune forme espressive – presenti in tutte le popolazioni del bacino mediterraneo – e ricrea, sulle tracce di un ipotetico schema di predicazione missionaria tardo-ellenistica, quel quadro di un mondo smarrito ed alla ricerca del divino, che un altro grande critico, E.R. Doods, avrebbe cinquant’anni più tardi definito con la suggestiva immagine di «epoca d’angoscia».

EDUARD NORDEN (1868-1941), tra i più insigni latinisti della sua epoca, fu professore nelle Università di Greifswald, Breslavia, e (dal 1906) Berlino, di cui divenne anche rettore. La sua produzione, che abbraccia l’intero arco delle Scienze dell’Antichità, accanto agli aspetti filologici e letterari, indaga problemi di filosofia e storia delle religioni, con una particolare sensibilità per il Cristianesimo antico, osservato nel contesto del crogiuolo di religioni e culture della prima età imperiale. Tra le sue opere principali, oltre alla monumentale Storia della prosa d’arte antica, Leipzig 1898, 19234 (tr. it. con aggiornamenti Roma 1986), si annoverano volumi inerenti alla letteratura latina ed in particolare a Virgilio (il magistrale commento al sesto libro dell’Eneide, Leipzig 1903, 19343; Ennius und Vergil, Leipzig-Berlin 1915; Die Geburt des Kindes, Leipzig-Berlin 19312), Tacito e l’etnografia (Die germanische Urgeschichte in Tacitus Germania, Leipzig-Berlin 1920; Alt-Germanien. Völker und namengeschichtlichen Untersuchungen, Leipzig-Berlin 1934); i carmina preletterari (Aus altrömischen riesterbüchern, Lund 1939).

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