Scritti di etica

Il Presidente degli Stati Uniti che firmò l’ordine di usare la bomba atomica si macchiò le mani di sangue o soltanto d’inchiostro? Vi sono casi in cui una guerra è giusta? In tali casi, ogni azione bellica è giustificabile? Porre fine alla vita di un malato terminale è cosa diversa dall’omicidio? Abbiamo bisogno del consenso sulla definizione dell’embrione come “persona” per decidere se qualche azione su di esso è vietata? È giustificata la proibizione della contraccezione anche se è del tutto legittimo programmare le nascite? Anscombe, riprendendo Wittgenstein, Aristotele e Tommaso d’Aquino, elabora una teoria dell’azione che pone al centro l’“intenzione”, alternativa alla concezione dell’azione dominante da Cartesio in poi. Su questa base conduce una requisitoria contro la superficialità della filosofia morale moderna, accomunando i filosofi di Oxford, l’utilitarismo e l’etica kantiana. E infine mette al lavoro la sua etica delle virtù sui problemi di etica applicata: nel campo dell’etica pubblica la guerra giusta, nel campo della bioetica le questioni di fine vita e inizio vita. Questo libro, curato da Sergio Cremaschi, raccoglie i contributi di Anscombe su temi di etica, permettendo per la prima volta uno sguardo complessivo su questa figura decisiva della filosofia del Novecento.

G.E.M. Anscombe (1919-2001) è stata un’esponente della filosofia analitica, allieva di Wittgenstein. Tra le sue opere: Intention (Blackwell, 1957; tr. it. Intenzione, Edusc, 2016); i tre volumi dei Collected Philosophical Papers (Blackwell, 1981); Human Life, Action and Ethics: Essays (Imprint Academic, 2005); Faith in a Hard Ground. Essays on Religion, Philosophy and Ethics (Imprint Academic, 2008).

Sommario

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Recensione su La Società degli Individui 73/2022

Recensione su Il Timone (06/2022)

Articolo su L'Eco di Bergamo (29/4/22)

Anticipazione su Avvenire (10/4/22)