Apparso nel 1959, questo saggio segna la svolta in Ricoeur dalla fenomenologia all’ermeneutica e rappresenta la cellula originaria di Finitudine e colpa, l’opera che consacrerà Ricoeur tra i maestri della filosofia contemporanea. Una svolta che avveniva attraverso il confronto con la fenomenologia della religione di Mircea Eliade, la psicoanalisi di Freud e Jung, gli studi sull’immaginazione poetica di Gaston Bachelard e la teologia della demitologizzazione di Bultmann. Il risultato è un’ermeneutica che, da un lato, giustifica il simbolo – sia esso religioso o culturale – in quanto “fonte non filosofica” della filosofia, dall’altro mostra come i simboli – i nomi dal senso molteplice attraverso i quali gli uomini hanno tentato di decifrare gli enigmi della vita – siano a pieno diritto cosa stessa del pensiero. Un’ermeneutica oggi più che mai attuale, in un tempo dove il ritorno del sacro e dei suoi simboli assume il volto violento degli idoli: «non avremo mai finito di distruggere gli idoli, al fine di lasciare parlare i simboli».
PAUL RICOEUR (1913-2005) è stato tra i più importanti filosofi del XX secolo. Presso la Morcelliana sono stati pubblicati: Ermeneutica biblica (1978); Tradizione o alternativa (1980); Kierkegaard (19962); Il giudizio medico (2006); La persona (20064); Altrimenti (2007); Amore e giustizia (20073); La traduzione (2007); Il diritto di punire (2012); Etica e morale (20142); Il male.
Una sfida alla filosofia e alla teologia (20156); Hannah Arendt (2017); L’Europa e la sua memoria (2017).
- sottotitolo
- III edizione (2018)
- autore
- Paul Ricoeur
- editore
- EDITRICE MORCELLIANA SRL
- pagine
- 80
- curatore
- A cura di Ilario Bertoletti
- prezzo in euro
- 8
- data pubblicazione
- 01/10/2002 (I ed.)
- collana
- IL PELLICANO ROSSO
- EAN
- 9788837218973
- CategoriaEditore
- V
- CodiceStatoDisp
- D