Quale consolazione dopo la Shoà?

Quale consolazione dopo la Shoà?

9788837235710
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Attraverso un confronto tra il Requiem di Brahms e Un sopravvissuto da Varsavia di Schönberg, Schalom Ben-Chorin introduce il lettore ad una intensa riflessione su consolazione e Dio dopo Auschwitz. Come se nel passaggio dalla musica consolatoria di Brahms alla dolente atonalità di Schönberg si potesse sorprendere la cifra di una frattura teologica. Per Ben-Chorin la risposta alla ricerca di consolazione sta nella frase di Giobbe: «Mi metto la mano sulla bocca». Alla fine c’è il Dio muto che non cessa, per questo, di essere Dio, ma non può venir utilizzato per le esigenze umane di sicurezza. Dopo la Shoà, «la consolazione non può mai più risolversi nel dolce alone di parole confortanti, bensì deve sussistere nel mantenimento delle contraddizioni». Nelle pagine di Ben-Chorin dedicate alla Shoà il silenzio divino si fa palpabile, paradossalmente udibile, proprio in quanto eco del grido umano, in quanto, cioè, luogo della nostra infinita interrogazione, della nostra richiesta inevasa di senso, della nostra domanda di un’impossibile consolazione.
(Massimo Giuliani)

SCHALOM BEN-CHORIN (1913-1999), saggista, scrittore e teologo tedesco, è stato uno dei grandi pionieri del dialogo ebraico-cristiano. Per Morcelliana ricordiamo: Fratello Gesù. Un punto di vista ebraico sul Nazareno (1986 2ed.).

Sommario

Giuliani Quale consolazione.jpg La presentazione di Massimo Giuliani

Autore
Schalom Ben-Chorin
Titolo
Quale consolazione dopo la Shoà?
Postfazione
Massimo Giuliani
Marchio editoriale
Morcelliana
Pagine
80
Collana
Pellicano Rosso
CategoriaEditore
V
CodiceStatoDisp
D
Anno di pubblicazione
2021
Numero di edizione
2
Prima edizione
2000
9788837235710
9788837235710
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