Natura umana e comunità politiche

Per comprendere le dinamiche della storia e della politica occorre un’adeguata conoscenza della natura dell’uomo. Da questo presupposto prende avvio l’opera di Reinhold Niebuhr – qui tradotta per la prima volta in italiano –, dove viene descritta l’ambiguità della personalità umana, caratterizzata da una libertà radicale che apre a possibilità infinite di bene e di male. Questa ambiguità si riflette anche nelle discrepanze tra il comportamento morale e sociale degli individui e quello dei gruppi, meno capaci di controllare gli istinti e di andare al di là dei propri interessi, come dimostrano, per esempio, le questioni del razzismo e del nazionalismo. Per provare a risolvere la tensione tra il singolo e la comunità, tra classi, etnie e Stati, Niebuhr dichiara il bisogno urgente di un “realismo cristiano”, che permetta alla politica di non rimanere intrappolata nell’immanenza della storia, ma di rivolgersi verso ciò che la eccede.

Reinhold Niebuhr (1892-1971) è stato un teologo riformato statunitense, docente di Etica sociale allo Union Theological Seminary di New York e autore di scritti sul rapporto fra politica e religione. Fra le sue opere tradotte in italiano ricordiamo: Il destino e la storia (Rizzoli, 1999); Figli della luce e figli delle tenebre. Il riscatto della democrazia e critica della sua difesa tradizionale (Gangemi, 2002); L’ironia della storia americana (Bompiani, 2012); Uomo morale e società immorale (Jaca Book, 2018).

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Articolo su Avvenire del 20/05/2022