In questo saggio, Jüngel mette allo scoperto la desolante riduttività del concetto di pace tramandatoci dall’antichità greco-romana e che riecheggia nella mentalità di oggi: si vis pacem, para bellum, la pace come puro contrapposto, o magari solo tregua, rispetto alla guerra. Il tema ha radici teologiche e filosofiche, dalla Città di Dio di sant’Agostino a Thomas Hobbes, con la sua celebrazione della pseudopace imposta dal Leviathan e il «dio terreno», messi in antitesi con la concezione biblica, che si esprime nell’augurio di shalom: l’imperativo di operare per la pace, come dono di Dio tale da costituire l’uomo e la sua convivenza sociale. Con argomentazioni nitide e serrate, lontane dalla veemenza del dibattito surriscaldato dalle contingenze politiche e militari, Jüngel si impegna in limpide pagine di antropologia teologica, nelle quali fa luce sull’essenza e sulla vita dell’uomo come “essere di pace”.
Eberhard Jüngel (1934-2021), teologo luterano, è stato professore emerito di Teologia sistematica e Filosofia della religione presso l’Università di Tubinga. Per Morcelliana ha pubblicato, con Karl Rahner, La pazienza di Dio e dell’uomo (20162). Tra le sue opere tradotte in italiano ricordiamo: Paolo e Gesù. Alle origini della cristologia (Paideia, 1978); Il vangelo della giustificazione del peccatore come centro della fede cristiana (Queriniana, 2000); Dio, mistero del mondo (Queriniana, 20043); L’avventura di pensare a Dio. Un percorso teologico (Claudiana, 2007).
- sottotitolo
- Un'antropologia teologica
- autore
- Eberhard Jüngel
- editore
- EDITRICE MORCELLIANA
- pagine
- 112
- prezzo in euro
- 10
- anno pubblicazione
- 2 ed.
- data pubblicazione
- 2022
- collana
- PELLICANO ROSSO
- EAN
- 9788837236496
- CategoriaEditore
- V
- CodiceStatoDisp
- D