Religione come presenza
Religione come presenza è il testo delle lezioni di Martin Buber tenute nel 1922 a Francoforte e qui per la prima volta tradotte, ma anche la cellula originaria della sua filosofia della religione espressa in forma compiuta, pochi mesi dopo, in Io e tu. Seguendo il movimento dialettico con cui Buber descrive religione e religiosità, si può scrutare qui una prima formulazione del concetto di “presenza” quale a priori della stessa “relazione”: presenza di Dio nel mondo (Shekinah), presenza di Dio nell’uomo, presenza dell’uomo a se stesso. È la “fedeltà al presente”, in questo triplice senso, a rendere possibile attraverso lo spirito una umanità invisibile unita nella comune religiosità. Una prospettiva che permette di riaffermare, al di là del contesto storico, l’universalità della religione, presente in ogni sua scintilla.
MARTIN BUBER (1878-1965) è stato uno dei più importanti pensatori ebrei del Novecento. Tra le sue opere pubblicate da Morcelliana: La passione credente dell’ebreo. Due saggi, a cura di N. Bombaci (2007); con F. Rosenzweig, Amicizia nella Parola. Carteggio, a cura di N. Bombaci (2011).
FRANCESCO FERRARI, dottorando in Filosofia presso l’Università di Genova e la Eberhard Karls Universität Tübingen, ha pubblicato: Presenza e relazione nel pensiero di Martin Buber (Edizioni dell’Orso, 2012).
- Autore
- Martin Buber
- Titolo
- Religione come presenza
- Curato e tradotto da
- Francesco Ferrari
- Marchio editoriale
- Morcelliana
- Pagine
- 208
- Collana
- Pellicano Rosso
- CategoriaEditore
- V
- CodiceStatoDisp
- D
- Anno di pubblicazione
- 2012