Un’immagine nata nell’antichità classica lega la solitudine alla fase di ispirazione e di maggiore produzione del lavoro intellettuale, in cui il dotto pare del tutto disinteressato ai bisogni materiali, al mondo circostante, alle relazioni affettive, anche quelle più intime. Tale è l’intensità emotiva con cui lo studioso vive nella solitudine della sua stanza, da renderlo una figura storicamente fragile sul piano medico, con una presenza fisica, una socialità e dei modi di comportarsi particolari. Partendo dalle patologie degli studiosi e dai loro riflessi letterari di cui si occupano a partire dal XVIII secolo la filosofia e la pratica politico-istituzionale dell’igiene, questo libro segue le metamorfosi della solitudine dell’uomo di genio. Nel corso del secolo ciò condiziona l’immagine pubblica del filosofo e del letterato, investendo le proposte di Jean-Jacques Rousseau, Denis Diderot, Samuel-Auguste Tissot e contribuendo a riformulare i rapporti tra intellettuali e società.
Filippo Sani è professore associato di Storia dei processi formativi all’Università di Sassari. È autore di Collegi, seminari e conservatori nella Toscana di Pietro Leopoldo (Brescia 2001); Educazione e retorica nell’età delle “Querelles”. Charles François Houbigant il “De la manière d’Etudier et d’Enseigner” (Milano 2003); La Lettera critica sull’educazione di Charles-Marie de La Condamine (Roma 2022). Nel catalogo Scholé: Rousseau e le pedagogie dell’assenza (Brescia 2018).
- autore
- Filippo Sani
- editore
- SCHOLE'
- pagine
- 192
- prezzo in euro
- 20
- data pubblicazione
- 2023
- collana
- SAGGI
- EAN
- 9788828404330
- CategoriaEditore
- V
- CodiceStatoDisp
- D