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autore | Georg Simmel |
editore | MORCELLIANA |
pagine | 80 |
curatore | a cura di Renato Pettoello |
prezzo in euro | 9 |
data pubblicazione | 31/10/2017 |
collana | ESTETICA |
EAN | 9788837231422 |
In Kant e l’estetica moderna (1903) Simmel presenta gli aspetti più significativi della sua concezione estetica, nel fitto confronto con Kant che, insieme a Goethe, è un costante punto di riferimento. Da un lato, riconosce a Kant il merito di aver sottolineato l’autonomia del giudizio estetico e aver individuato nella tensione tra individuale e universale uno dei problemi fondamentali dell’estetica. Dall’altro, gli rimprovera di essere rimasto legato alla concezione classica dell’arte, come pura forma, e di aver identificato l’estetica con il canone della bellezza. Simmel pone l’accento sul contrasto proprio dell’arte moderna, e che avrà un ruolo centrale nella sua monografia su Rembrandt, tra l’idea di “bello” dell’arte classica, come ideale e tipico, e l’idea di “brutto”, espressione della dinamicità vitale e del caratteristico. Simmel, agli albori del xx secolo, coglie perfettamente la sensibilità del nuovo che avanza, offrendo riflessioni che conservano appieno la loro attualità.
Georg Simmel (1858-1918) è stato un filosofo e sociologo tedesco. Tra le sue opere tradotte, ricordiamo: Filosofia del denaro, a cura di A. Cavalli e L. Perucchi (UTET, 1984); I problemi fondamentali della filosofia, a cura di F. Andolfi (Laterza, 1996); Kant. Sedici lezioni, a cura di A. Marini e A. Vigorelli (Unicopli, 1999); Rembrandt. Un saggio di filosofia dell’arte, a cura di G. Gambetta (Abscondita, 2001); Estetica e sociologia. Lo stile della vita moderna, a cura di V. Mele (Armando, 2006).
«Lo straordinario vantaggio dell’arte nei confronti della filosofia consiste nel fatto di porsi ogni volta un unico problema rigorosamente circoscritto [...] in modo tale che ogni estensione dello stesso verso il generale, ogni richiamo ai tratti più ampi dell’intuizione del mondo venga percepito come un arricchimento, un dono, un beneficio immeritato. Al contrario, la filosofia, che affronta nientemeno che il problema della totalità dell’esistenza, è solita restringersi di fronte alla grandezza di questo compito e offrire di meno di quanto sembra obbligata a offrire».
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