Walter Benjamin e la percezione dell'arte
L’opera d’arte, le sue trasformazioni nell’epoca della riproducibilità tecnica, la storia negli anni del secondo conflitto mondiale che minaccia di inabissare l’intera civiltà europea: sono le questioni fondamentali della riflessione filosofica benjaminiana negli ultimi anni della vita. Nel loro drammatico intrecciarsi si rivela decisivo il ricorso a un respiro teologico del pensare, a partire dall’esperienza della rammemorazione in rapporto a un’esigenza di giustizia che non guarda solo al futuro, mirando ad accendere nel passato oppresso dei vinti la scintilla messianica della speranza. Un cóte filosofico, teologico e metafisico che si condensa in queste pagine mostrando la peculiarità della filosofia di Benjamin nel panorama novecentesco. Opera d’arte e storia si raccolgono nella figura estetico-teologica dell’Angelus Novus di Paul Klee, come mostra esemplarmente il confronto-dialogo tra la filosofia di Benjamin e l’arte di Anselm Kiefer che chiude il volume.
FABRIZIO DESIDERI è professore ordinario di Estetica all’Università di Firenze e direttore della rivista internazionale online «Aisthesis ». Ha dedicato numerosi studi al pensiero di Benjamin, tra cui Il fantasma dell’opera. Benjamin, Adorno e le aporie dell’arte contemporanea (il Nuovo Melangolo, 2002) e Benjamin (con Massimo Baldi, Carocci, 2008). Il suo ultimo libro è Origine dell’estetico. Dalle emozioni al giudizio (Carocci, 2018).
«Egli [l’Angelo] vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e riconnettere i frantumi». (Walter Benjamin)
- Autore
- Fabrizio Desideri
- Titolo
- Walter Benjamin e la percezione dell'arte
- Sottotitolo
- Estetica, storia, teologia
- Marchio editoriale
- Morcelliana
- Pagine
- 192
- Collana
- Estetica
- CategoriaEditore
- V
- CodiceStatoDisp
- D
- Anno di pubblicazione
- 2018