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Disponibile dal:
autore | Stefano Esengrini |
editore | MORCELLIANA |
pagine | 160 |
prezzo in euro | 17 |
data pubblicazione | 13/06/2018 |
collana | ESTETICA |
EAN | 9788837231590 |
Superare la concezione metafisica dell’arte in quanto «estetica» e favorire un ascolto dell’opera capace di trasfigurare il senso del soggiorno dell’uomo sulla terra: è la prospettiva in cui si pone questo libro, sulla scorta della rivoluzione inaugurata dal pensiero di Martin Heidegger. L’opera d’arte, lungi dall’occupare uno spazio dato in anticipo, si distingue da ogni altro essente per la singolare capacità di lasciar apparire e configurare lo spazio entro cui avvengono e si fanno incontro le cose che danno forma al mondo in cui abitiamo. In questo orizzonte essa – sia pittorica (Braque e Matisse), scultorea (Giacometti, D. Smith, Brancusi, Chillida e Caro) o architettonica (Le Corbusier) – non si limita a riprodurre la realtà che sta di contro alla stregua di un «oggetto», ma inventa ogni giorno una possibilità di mondo, concedendo a ciascuno un incontro rinnovato e di intatto vigore con quel che accade.
STEFANO ESENGRINI, saggista e traduttore, collabora con la cattedra di Estetica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Tra i volumi da lui tradotti: J. Beaufret, In cammino con Heidegger (2008); E. Chillida, Lo spazio e il limite (2010). Per Morcelliana ha curato: S. Natsume-Dubé, Giacometti e Yanaihara (2014); F. Fédier, Martin Heidegger e il mondo ebraico (2016); G. Braque, Il muto fervore dello spazio (2017) e, con G. Moretti, Novalis - P. Klee, I discepoli di Sais (2017).
«Quando si riesce a capirlo, Brancusi afferma decisamente che l’arte può essere tutto tranne una crise de nerfs; che la bellezza non è fatta di smorfie e di gesti fortuiti; che partendo da un ideale della forma si arriva a un’esatta matematica della proporzione, ma non attraverso la matematica».
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