Estetica islamica
«Questo volume non si occuperà di storia dell’arte, ma propriamente di estetica filosofica. Si tratta di trovare un paradigma epistemico che depuri l’arte islamica dalle incrostazioni e dalle deformazioni eurooccidentalcentriche di quei molti che finora l’hanno studiata. Il problema è chiedersi – riprendendo John Keats – se l’arte riproduce non la bellezza, ma la verità. E se questo è davvero tutto. Si vedrà la mia risposta nel confronto con Nietzsche. Nella cultura islamica, tre termini possono rimandare all’arte: àdab, fann (plurale funùn) e sinà‘a (plurale sanà’i‘). Àdab tradotto spesso come “letteratura”, ha un significato assai più sfumato e complesso di pura arte della parola. Come il termine paidèia in greco, esso implica anche il concetto di comportamento educato, cortese e raffinato. Può quindi addirittura alludere alla “cultura”. Sebbene l’estetica non si esaurisca di certo nelle arti figurative, un problema da affrontare è se davvero l’arte islamica sia an-iconica. Si tratta forse del luogo comune più diffuso presso i non addetti ai lavori riguardo alla visione estetica islamica. La proibizione della resa in immagine è tassativa solo quando risulta in un’offesa alla religione. Del resto l’estetica islamica non è mai, in sé e per sé, estetismo sensistico».
(Dall’Introduzione)
MASSIMO CAMPANINI (1954-2020) è stato professore di Storia dei paesi islamici presso l’Università di Trento. Tra le sue ultime pubblicazioni: Islam (La Scuola, 2013); Il pensiero islamico contemporaneo (il Mulino, 2015); La filosofia islamica (ELS La Scuola, 2016); con Corrado la Martire, Dizionarietto di arabo per filosofi (Scholé, 2019).
- Autore
- Massimo Campanini
- Titolo
- Estetica islamica
- Sottotitolo
- Astrazione e realtà
- Marchio editoriale
- Morcelliana
- Pagine
- 192
- Collana
- Estetica
- CategoriaEditore
- V
- CodiceStatoDisp
- D
- Anno di pubblicazione
- 2021