Il problema dell'amore nel Medioevo
È possibile un amore che non sia egoista? E se è possibile, quale rapporto si instaura tra il puro amore per l’altro e l’amore di sé, fondamento delle inclinazioni naturali? Il problema dell’amore, come quello della conoscenza, si focalizza sul reciproco rapporto tra “sé” e “altro da sé”. Se dunque la conciliazione dell’amore di sé e dell’amore per l’altro è possibile, essa si trova nell’amore di Dio. A partire da questa considerazione, nel Medioevo sono stati proposti due modelli interpretativi del problema dell’amore. La concezione fisica, di ispirazione greco-tomista e fatta propria da Ugo di San Vittore e da san Bernardo, che cerca di stabilire un’armonica continuità tra l’amore-bramosia e l’amore amicale. E la concezione estatica, maturata nella scuola di Abelardo e penetrata nella scolastica francescana, che al contrario considera l’amore tanto più perfetto quanto più pone il soggetto “fuori di sé” e pienamente realizzato nell’assorbimento di chi ama nell’oggetto d’amore. Attraverso l’esame di testi particolarmente significativi, il saggio analizza i lineamenti di queste due teorie dell’amore e le speculazioni sistematiche che ne sono derivate in ambito filosofico e teologico.
Pierre Rousselot (1878-1915), teologo gesuita, ha insegnato all’Institut Catholique di Parigi e ha consacrato le proprie ricerche all’intellettualismo tomista e alla filosofia dell’amore. È considerato uno degli iniziatori della teologia fondamentale contemporanea. Per Morcelliana ricordiamo la monografia di E. Bordello, Pierre Rousselot. La perspicacia della fede che ama (2023).
- Autore
 - Pierre Rousselot
 - Titolo
 - Il problema dell'amore nel Medioevo
 - A cura di
 - Domenico Bosco
 - Marchio editoriale
 - Morcelliana
 - Pagine
 - 256
 - Collana
 - Filosofia
 - CategoriaEditore
 - V
 - CodiceStatoDisp
 - O
 - Anno di pubblicazione
 - 2024
 - Numero di edizione
 - 2