Idolatria
La riflessione di Schwarzschild sul divieto di idolatria – tema fondamentale per la fede e la prassi religiose del mondo ebraico – è un commento filosofico-rabbinico al precetto di non farsi alcuna immagine di Dio. È, però, anche un’applicazione di questo comando alla storia del sentimento religioso e della spiritualità, dal momento che farsi immagini costituisce un bisogno umano che, proprio perché tale, va sottomesso all’imperativo divino. Rinunciando a stigmatizzare le pur pericolose idolatrie del nostro mondo, Schwarzschild si concentra sulla “madre di tutte le idolatrie”, quella religiosa, perché è l’idolatria che pretende di non esserlo, quella che si smercia per veritas e vera religio. Nell’approccio di questo originale pensatore ebraico, idolatra è chiunque creda o pensi che si possa eliminare la cesura tra divino e umano, tra idealità e realtà. La proibizione dell’idolatria diventa, in questa prospettiva, la formula negativa con cui si tutela la primaria e più alta verità della rivelazione divina e della riflessione razionale umana: esiste un Dio uno e unico, nel quale l’unità numerica sfuma e si trascende nella sua dimensione morale.
STEVEN SCHWARZSCHILD (1924-1989) è stato un rabbino riformato, filosofo e teologo tedesco-statunitense, docente di Studi ebraici all’Università Washington di St. Louis. Tra suoi scritti ricordiamo The Pursuit of the Ideal. Jewish Writings of Steven Schwarzschild (State University of New York Press, 1990).
- Autore
- Steven Schwarzschild
- Titolo
- Idolatria
- A cura di
- Massimo Giuliani
- Marchio editoriale
- Morcelliana
- Pagine
- Collana
- Pellicano Rosso
- CategoriaEditore
- V
- CodiceStatoDisp
- D
- Anno di pubblicazione
- 2023
- Numero di edizione
- 1