Il lunedì esistenziale e la domenica della storia
Scritto nel 1944, poco prima che Fondane fosse deportato e ucciso ad Auschwitz, questo testo dà voce alla sua particolare declinazione del pensiero esistenziale. Fondane accusa molti autori che si definiscono esistenzialisti – tra cui Camus, Jaspers e lo stesso Sartre – di aver abbandonato l’esistente per l’esistenza, contribuendo all’avvento della “domenica della Storia”, ovvero il luogo e il tempo in cui la Storia – hegelianamente intesa come suprema razionalità – gode del proprio trionfo sugli individui ridotti a semplici mezzi. Occorre un atto di “irrassegnazione” per realizzarsi come eccezione rispetto alla Storia, sull’esempio di Kierkegaard, Dostoevskij, Nietzsche, Šestov, esponenti di un nuovo tipo di filosofia capace di riattivare il reale in tutta la sua ricchezza. Capace di inaugurare un “lunedì esistenziale” in cui il singolo riesca a spingersi oltre lo scorrere della Storia, attendendo il tempo in cui potrà porsi pienamente come esistente irriducibile.
Un pensiero che, se sembra collassare nella tragedia dell’Olocausto, in realtà proprio di fronte a essa emerge in tutta la sua forza profetica.
BENJAMIN FONDANE (1898-1944), ebreo romeno emigrato a Parigi, è stato un intellettuale di spicco fra le due guerre. Tra le sue opere: La conscience malheureuse (1936); Baudelaire et l’expérience du gouffre (1947; tr. it. Torino 2013). Per una introduzione al suo pensiero si veda il fascicolo Benjamin Fondane, «Humanitas» 2(2012), a cura di Alice Gonzi. Sommario
- Autore
- Benjamin Fondane
- Titolo
- Il lunedì esistenziale e la domenica della storia
- Postfazione
- Alice Gonzi
- Marchio editoriale
- Morcelliana
- Pagine
- 112
- Collana
- Pellicano Rosso
- CategoriaEditore
- V
- CodiceStatoDisp
- D
- Anno di pubblicazione
- 2014