Il popolo dei moderni
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Buona parte della filosofia politica moderna, da Machiavelli fino a Hegel e poi ancora al ’900, pensa il popolo secondo i criteri di un razionalismo astratto. E così il popolo, anche in teorici della democrazia, finisce per diventare una “finzione”: se ha realtà, è solo quella del pensiero. I risultati sono stati due. Da un lato, a questo popolo fantastico si è affidata la sorte dell’emancipazione facendone un soggetto collettivo della salvezza: in tal senso, c’è un filo rosso che collega Robespierre a Marx e a buona parte del pensiero rivoluzionario del ’900. Dall’altro, quando si è denunciata la pericolosità di queste concezioni del popolo, si è arrivati, per un eccesso di realismo, al polo opposto, affermando che il popolo non esiste e che è sempre stato il prodotto di un pensiero ideologico. Da cui l’invito a convincersi che anche la democrazia non è né potrà mai essere “governo del popolo”, ma governo di élite in competizione per il voto. C’è un’alternativa a questi due estremismi che ci condannano, rispettivamente, all’illusione o all’apatia? In gioco è il futuro della democrazia.
Roberto Gatti insegna Filosofia politica all’Università di Perugia. Tra le sue ultime pubblicazioni: Filosofia politica. La storia, i concetti, i problemi (La Scuola, 20112); Rousseau, il male, la politica (Studium, 2011); Storie dell’anima. Le “Confessioni” di Agostino e Rousseau (Morcelliana, 2012); Rousseau (La Scuola 2013).
- Autore
- Roberto Gatti
- Titolo
- Il popolo dei moderni
- Marchio editoriale
- La Scuola
- Pagine
- 96
- Collana
- Orso blu
- CategoriaEditore
- Z
- CodiceStatoDisp
- V
- Anno di pubblicazione
- 2014